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Verticali

Ma com’è che si fa a stare sulle mani? Cioè, ci provo da una vita… però non c’è verso. Una volta sono pure cascato.

 

A stare appoggiato al muro riesco: poi però, quando provo a respirarci dentro, niente, devo scendere. Qual è il trucco?

 

Però che figo! Mi piace, vorrei assolutamente imparare. In rete si vedono delle cose fantastiche. Sembra tutto così facile… 

 

Ci sono, ci sono quasi, mi manca un niente, ma ahimè… Non c’è verso (segue lacrimuccia).

 

Ti ritrovi, almeno un po’, in alcune (o tutte) queste domande o affermazioni? Sono tutte frasi dette, nel corso dei decenni, da miei allievi o allieve.

 

E le hanno poi imparate, le verticali, questi tuoi allievi o allieve?

 

Well, sadly enough, not many of them (non tanti, mannaggia!).

 

Perché la verità è (truth is) che la verticale è difficile. Ci vuole un sacco di lavoro, fondamentalmente di ogni giorno, per qualche anno.

 

Pure quelli su instagram, che sembra così facile, ci hanno messo anni, di lavoro, ore ogni giorno. E un sacco di talento (per alcuni), pure, è stato necessario.

 

Però ci sono anche buone notizie:

 

1. Ci sono tecniche precise, che se qualcuno (io, per esempio) te le insegna, e riesce ad applicarle proprio a te, rendono il successo molto più semplice.

 

2. Ci sono esercizi specifici, che se fatti due o tre volte la settimana in autonomia, ti portano con sicurezza a fare la verticale.

 

3. Magari non arriverai mai a stare un minuto in verticale, fermo, (questo significa ‘saper fare la verticale’), perché alla fine hai un tuo lavoro, una tua vita (!!), e quindi non ce l’hai tutto questo tempo per allenarti (neanche a casa, nella tua cameretta!).

Ma, in ogni caso, il lavoro che avrai fatto, e che avrai imparato a fare, ti sarà utile: come forza, come autoconsapevolezza, come energia interiore, come felicità ;-)

 

4. Già nella prima o nella seconda lezione, ti capiterà un’epifania: cioè, starai 3 secondi in verticale, con me vicino ma senza aiuto, e quando scenderai farai un sorriso da bambino felice e forse ballerai anche un po’.

 

Insomma, vale la pena. La verticale non sarà più un mistero: magari non l’avrai proprio imparata, ma conoscerai la strada

(<<Questa è la via>>, cit.)

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con Guillaume Hotz

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